La Fashion Week si apre con Chicca Lualdi che porta sulle passerelle un messaggio importate: il Prêt à Porter come opposizione al fenomeno di consumo veloce ed impulsivo, quasi “bulimico” di capi. Una sana passione per tutto ciò che è estetica, creatività, capacità artigianale, tempi, ricerca, sperimentazione e genio creativo: ambizione di ogni stilista come per i maestri del passato.

Vi sono riferimenti al rigore dei volumi anni’ 60 negli abitini; ispirazioni che echeggiano Courrèges nel taglio preciso e definito delle silhouette, rivisitate ed interpretate con moderni tessuti dalla trama compatta, decisi interventi di colore che si alternano a geometrie di tagli e colori, sapiente mix di materia che vede accostare lo chiffon alla renna, il denim al pelo in volpe, il sable’ al twill, i preziosi jacquard all’organza.
Ed infine accenni agli anni ’70 nei volumi di cappotti, gonne, pantaloni dal fondo flare e a vita alta, o le delicate camice in chiffon. Un accenno volutamente delicato ai volumi di allora, di cui è stata estrapolata la linearità dei volumi rivisitandoli con freschezza e femminilità, senza riferimenti troppo marcati e scontati. Il tentativo di proporre una moda per scelta “pulita ed essenziale” ma non scontata o algida, semplice ma non banale.

Chicca Lualdi Chicca Lualdi Chicca Lualdi