Immaginate se un giorno una delle piú belle città italiane venisse definitivamente sommersa dalle acque. É questo il destino che il fotografo Marco Rizzo ha riservato alla sua Venezia, restituendoci una sorta di documentario surreale e insolito, molto lontano dalle immagini stereotipate e idilliache da cartolina turistica che siamo abituati a vedere.

Remota, come esiliata in una bolla d’acqua, la città lagunare si trasforma sotto i nostri occhi, giungendoci come l’eco lontana di una ritrovata Atlantide. Le sue meraviglie architettoniche appaiono ai nostri occhi perfettamente intatte: scenari popolati ora da animali marini, sub e aggraziate figure femminili, quasi delle sirene, che peró nulla tolgono alla sensazione di vuoto e desolazione che emerge complessivamente da queste immagini. Rizzo vede l’acqua come un’onda purificatrice, che lava lo sporco che ci attanaglia e che è presente in varie forme nella città lagunare, ma lo fa solo per permettere il fiorire di un futuro migliore, sperando che rechi con sé nuove e stimolanti prospettive. É così che va inteso il suo lavoro, anche nelle immagini con un taglio più drammatico e spettacolare, dove l’imprevedibilità dell’acqua, perfettamente immobile e calma, puó trasformarsi in una forza dirompente.

Underwatercity é un progetto che nasce dalla ricerca di uno stile e da un susseguirsi di sperimentazioni, a metà strada tra reportage fotografico e arti visive. La dimensione onirica e surreale prevale nel racconto per immagini di Rizzo, grazie anche all’uso del bianco e nero, perfetto per raccontare le emozioni che si trasmettono allo spettatore tramite giochi di luci, ombre e colori che lui stesso crea attraverso il fotoritocco. Interessante fenomeno di straniamento visivo, che peró non rinuncia a sfociare, a tratti, nell’estetizzazione autoreferenziale. Una Venezia cristallizzata in frammenti surreali di archeologia digitale, che si offre allo spettatore scatto dopo scatto.

Marco Rizzo ha diretto diversi cortometraggi, tra cui la sua opera prima “Nero Pece” che ha vinto alla 2° Edizione del Festival Cinema Libero Di Roma del 2007 e Alla 10° Edizione del Mestre Film Fest 2007 il Premio Speciale del Lions Club. Ha collaborato inoltre con Palazzo Grassi, Punta della Dogana, Tadao Ando, Jean-Jacques Aillagon, Francesco Bonami, Francois Pinault, Furla, Fondazione Furla, Mona Hatoum, Alberto Tadiello, Venini Glass.

 

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Scritto da Matteo Triola