“Urban Art Renaissance è un racconto scritto da dodici artisti provenienti da mezzo mondo, che con stili e lessici diversi ci narrano il Medioevo contemporaneo, senza moralismi”. E’ con queste parole ad effetto che Nicolas Ballario ci presenta e descrive la mostra da lui curata, Urban Art Renaissance che è attualmente in corso alla Fabbrica del Vapore di Milano, fino al 23 di Settembre.

In questo centro culturale promotore della creatività giovanile e sede di mostre all’avanguardia, sono esposte una serie di opere che insieme danno vita ad una delle più prestigiose mostre di street art realizzate in Italia. Negli ultimi decenni gli street artists si sono dovuti confrontare anche con supporti differenti dai muri e con le loro opere sono diventati richiestissimi, sono infatti presenti oramai in celebri collezioni, gallerie d’arte e musei. In Italia è Milano a farsi ora portavoce di questa fama ed importanza. Per la mostra sono state raccolte opere con il preciso intento di condividere un forte e chiaro messaggio che si ricollega alle parole del curatore il quale definisce nuovo Medioevo la nostra epoca. Questa è sempre più spesso assimilabile ai secoli bui della nostra storia, e vi è quindi l’intento di combattere tutto ciò che in qualche modo rabbuia l’umanità, per riportare luce sulla figura umana affinchè si rimetta al centro di tutto. Porre dunque l’attenzione in maniera creativa sulle problematiche dell’umanità e proporre soluzioni per contrastarle: quale mezzo se non la street art potrebbe farsi meglio carico di una così importante impresa? E’ un’arte che parla al popolo, che nasce dall’esigenza di contestualizzare situazioni di protesta e critica e quindi facilmente veicolatrice d’idee in maniera diretta. Ad universalizzare il messaggio inoltre, anche il fatto che non vi sia una tecnica precisa di realizzazione delle opere, ma solo differenti e molteplici materiali, spesso di recupero o comunque al di fuori da un concetto propriamente artistico; le didascalie cartacee infatti non recano la spiegazione della tecnica usata.

Il percorso della mostra si apre con il francese C215 che ripropone su materiali di recupero, come vassoi di metallo, alcune celebri opere di Caravaggio, artista fortemente interessato all’idea di porre l’uomo al centro della realtà. Si passa poi ad altre citazioni famose con l’australiano Reka che riprende Picasso ed altri artisti del’900, poi si giunge al sorprendente D*Face (Gran Bretagna), che utilizza icone pop rendendole quasi dei mostri ai nostri occhi e mostrandoci la loro doppia faccia, ed anche l’italiana Laurina Paperina ripropone miti della contemporaneità, ma lo fa restituendoceli deformati e ridicolizzati. Si arriva all’italiano No Curves, la cui opera si fonde con l’architettura attorno, diventando quasi una vere e propria installazione umana, le figure oltretutto sono realizzate con il solo uso di nastro adesivo. Nella stessa sala tre opere degli olandesi The London Police, che con le loro simpatiche figure a cerchio, tratteggiate esclusivamente a mano libera, descrivono la finta allegria di una società frenetica. Salendo al piano superiore s’incontrano prima le grandi tele ipnotiche dell’italiano 2501, di fronte alle quali ci si sente come obbligati a trovare un senso o un’interpretazione delle forme. Di seguito le opere dello svedese Etnik, che ci da l’idea di aver versato delle secchiate di vernice sopra ad un modo fatto da forme e contenuti spersonalizzati. L’taliano Pixel Pancho ci ricorda che nonostante si possa provare a distinguersi dalla massa, alla fine tutti siamo parte di un comune ingranaggio costituito da automi. Ma un’altro italiano, Hopnn, dipinge forme e sistemi che vanno contro questa sorta di addomesticamento degli esseri umani e ci invita a combattere; quindi l’australiano Rone insegna che un’ottima soluzione per abbattere tutto questo è la bellezza che “salverà il mondo!” Il tutto si chiude con Millo – i milanesi più attenti riconosceranno facilmente la sua mano già vista sui muri della città- che riporta i  suoi immancabili elementi ovvero architettura, cuori e urbano, ma con anche l’aggiunta del tema musicale. Dal 3 Settembre la mostra si arrichirà con opere create dagli street artists studenti dell’Accademia di Brescia.

Urban Art Renaissance sarà anche artefice di una rivalutazione e rivitalizzazione artistica del territorio urbano con due momenti di live performance a cielo aperto che animeranno la città. Dal 10 al 20 settembre “Energy Box” #energybox2015, iniziativa di A2A e Fondazione Aem, ideata da Atomo Tinelli, dipendente di A2A e urban artist di fama, prevede che 50 artisti eseguano i loro live painting su 150 centraline semaforiche, tele virtuali individuate intorno all’area in cui saranno sviluppate le attività creative di Urban Art Renaissance.

Mentre dal 13 al 23 settembre verrà affidato a grandi nomi internazionali il compito di usare l’arte in quanto strumento d’azione intellettuale. Varie discipline al centro della società moderna verranno trattate dagli artisti invitati a realizzare un live painting in diversi luoghi significativi per la città. Ad inaugurare la serie The London Police a Brera dal 29 al 31 agosto.

La curatela della mostra è di Nicolas Ballario, la Direzione creativa e di Fabio Rotella, organizzata con la collaborazione del Comune di Milano, supportata dalla Fondazione AEM e Gruppo A2A, partnership d’eccezione Rolling Stone Italia.

 

Fabbrica del Vapore Milano, spazio locale ex cisterne, Via Procaccini 4

Orari apertura mostra: da mercoledì a domenica dalle 11.00 – 20.00 fino al 23 Settembre

Biglietto:  Intero 8 euro, Ridotto 5 euro. In vendita anche su Viva Ticket

 

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