HOMETALK nasce con la consapevolezza, il riscatto e il sorriso di chi, come noi, è in casa, tra smart working, gare di cucina e tanta voglia di tornare ad abbracciarsi.

Ecco il terzo episodio con PRETTY SOLERO!

Cos’hanno in comune Lana Del Rey, quartiere Monteverde e un compleanno in quarantena? Assolutamente niente o meglio, l’unico in grado di risponderci è Pretty Solero, artista più romantico d’Italia e fautore del collettivo LOVEGANG.

Ho avuto il piacere di fare una chiacchierata con lui pochi giorni fa.

Appuntamento in ufficio qui a Milano? No.
Scampagnata a Roma per una birretta a Trastevere? No.

Ore 15. Chiedo a Sean di scaricare Houseparty, dovevamo sentirci via FaceTime ma lui ha Android. Iniziamo bene.

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Ciao Sean, tu che sei follemente “Innamorato dei tuoi vicoli” quanto pesa stare a casa? Dove e come stai passando la quarantena? Raccontaci la tua giornata tipo.

Pesa abbastanza, specialmente a livello artistico. Essendo una persona molto produttiva e abituata a stare in giro sto avendo difficolta a stare chiuso in quattro mura. Sono un po’ depresso, ma passerà. La mia giornata di quarantena inizia alle 8.30, doccia e giretto col cane. Qui a casa non ho ne studio ne microfono ma, fortunatamente, è un periodo di scrematura: passo le giornate decidendo quale tracce farvi ascoltare nel prossimo album. Cosa consiglierei ai miei fan? Sicuramente mantenere gli orari di vita quotidiana. È difficile ma è necessario far finta che sia tutto normale.

Fai parte di quella cerchia di sfortunati (me compreso) che hanno festeggiato il compleanno in casa. Io ho mangiato una torta preconfezionata sul divano, tu hai pubblicato un nuovo singolo. E poi?

È stato un compleanno particolare, solitario. Solitamente festeggio con gli altri della LOVEGANG ma quest’anno ci siamo adattati sentendoci via messaggio per gli auguri.
Ho avuto la fortuna di far uscire il pezzo il 20 Marzo: è stata una botta di vita che mi ha permesso di far passare il tempo e migliorare questa giornata. Niente di esaltante eh, ma ci rifaremo: finita la quarantena devo festeggiare con Piero (Ketama126) dato che il 30 marzo è stato il suo compleanno.

Fortuna nella sfortuna, quindi. Era tutto studiato?

Eh un po si, solitamente i pezzi escono tra il giovedi e il venerdi quindi abbiamo scelto questo slot libero.

Sei il fautore del movimento dell’amore. Qual’è il significato della parola LOVEGANG? Non credo sia una banale traduzione a farcelo capire. Dicci di più.

LOVEGANG è un qualcosa di reale, semplice e forte: è una vera amicizia e questo ci contraddistingue. Non siamo un gruppo di persone che hanno deciso a tavolino di far finta di essere amici per secondi scopi. Nasce tutto per caso, ci conosciamo da quando avevamo 14 anni e andavamo a scuola insieme. Più amici che colleghi, dunque. Prima di tutto c’è sentimento, sul quale facciamo molta leva – in primis l’amore: “UNO DEI SENTIMENTI PIU BELLI CHE QUALCUNO POSSA PROVARE E’ L’AMORE, no?”

Oltre a formare uno dei collettivi più real d’Italia, siete in primis un gruppo di amici molto affiatato. Come vi siete conosciuti? Raccontaci qualche aneddoto. 

Tutto nasce sui centoventisei gradini di Viale Glorioso: ragazzini di 15/16 anni tra canne e freestyle. Tanti bei ricordi di quel periodo. Ci trovavamo ogni sera su quella scalinata e per questo, prima di diventare la LOVEGANG, eravamo la 126. Inizialmente eravamo io, Kety, Franco, Asp, Drone e Giovanni, un amico che se n’è andato. Successivamente si è aggiunto Ugo.

Sei uno dei pochi artisti a usare ancora Facebook. Ecco un post del 4 Maggio 2019, rigorosamente in caps lock: “MAMMAMAO STO DISCO MANCO VE O IMMAGINATE CHE CAVOLO STO COMBINANDO”. Cosa bolle in pentola? C’è ancora molto da aspettare?

Pensa te, neanche me lo ricordavo! Sarò stato felice per qualche canzone. Sono pienamente soddisfatto di ogni singola strofa e suono delle mie canzoni: è tutto perfetto e ogni volta uscivo dallo studio sempre più fomentato e felice. Ogni canzone è studiata fino all’ultimo dettaglio e ci sarà un upgrade a livello di sonorità: la wave rimane sempre la stessa ma toccheremo molti generi, dalla dance al reggaeton, ma anche un po’ di chitarre. Riguardo la data, ancora non abbiamo deciso quando farlo uscire. Ho tardato a causa di alcune vicissitudini ma continuo a essere pienamente convinto della potenza di questo album e non vedo l’ora di farvelo sentire.

Hai una fissa tremenda per Lana Del Rey. Hai da aggiungere altro?

Per me Lana, oltre a essere un’artista con la A maiuscola, ha un effetto curativo: quando sono arrabbiato, spesso ascolto Videogames e passa tutto. Mi ha sempre appassionato perché la sua è l’unica musica differente da ciò che solitamente ascolto. Vado di rock o rap, generi che si discostano molto dal suo personaggio perfettino e roseo. Bello anche il nome, così ho deciso di mischiare: ecco SEANY DEL RAY.

…e se Lana dovesse fare un remix di un suo singolo con te, quale e perché?

Brooklin Baby, un pezzo che doveva fare con Lou Reed ma lui morì. Mi piacerebbe tanto. Mi sembra un po’ difficile ma mai dire mai nella vita. Speramo! (ride, ndr)

Fantafeaturing straniero. Con chi ti piacerebbe collaborare?

Mmh, collaborazione straniera ti dico Yung Lean. Adoro le sue sonorità e spesso provo a ispirarmi a lui.

A quale proposta azzardata risponderesti WHY NOT?

Mi piacerebbe avvicinarmi al mondo della moda. Quindi, fare una sfilata di moda? WHY NOT!

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Intervista a cura di Francesco Alberani