Maurizio Cariati, da noi già precedentemente intervistato nell’Ottobre del 2015, torna a Milano con la personale Tutti in scena curata da Martina Adamuccio. Una serie di opere inedite, la maggior parte estroflesse, appositamente realizzate per l’occasione e per lo spazio espositivo, il Manifiesto Blanco, che ospiterà la mostra dal 9 marzo (inaugurazione ore 18.30), fino all’8 aprile.

In mostra sarà possibile confrontarsi con alcune opere realizzate su tela estroflessa e anche su carta. Maurizio ritorna presentandoci nuove indagini sull’animo umano, sulle personalità e sulle loro fragilità e ci fa riflettere ancora una volta su quanto ciò che possa sembrare divertente e frivolo ad un primo sguardo, nasconda in realtà significati molto più profondi e talvolta non sempre così ilari.

Per chi non lo sapesse l’artista ci aveva già spiegato nell’intervista che “la parola estroflessa, significa esattamente: ripiegamento verso l’esterno di un organo anatomico o di un tessuto.” Ciò significa che Maurizio impiega questa tecnica per andare oltre il bidimensionale, infatti sembrerebbe quasi che i suoi soggetti fuoriescano dal quadro grazie a questa speciale modalità di realizzazione dell’opera. Non ne fa solo una questione di tecnica e di resa dell’immagine, ma può lavorare in maniera più intensa sulla resa dei particolari e dell’espressività che altrimenti non renderebbero in egual modo.

Mettendoci di fronte ad una delle sue opere e sottoponendola ad un’attenta analisi, ci si renderà subito conto che Maurizio è davvero un narratore per immagini dell’umanità odierna. Questo artista riesce a leggere dietro i volti degli esseri umani e va oltre gli oggetti, non si tratta solo di semplici modelli per un’opera da dipingere. Tutto è reso con particolari evidenziati che li rendono imperfetti e forse anche un po’ caricaturali, proprio come spesso si trova oggigiorno l’essere umano di fronte alla realtà contemporanea.

Tra l’osservatore e l’opera s’instaura un meccanismo senza fine, un vero e proprio magnetismo attrattivo. Queste opere sono speciali perchè sono molto vicine ad ogniuno di noi, svelano con molta facilità i segreti che ci sono dietro all’insicurezza e alla fragilità dell’essere di cui si vengono a scoprire tutte le debolezze. L’osservatore riflette e trae forza da questo, al contempo vuole che ci sia un doppio scambio tra lui e l’opera stessa, infatti anche i soggetti rappresentati lo guardano, lo studiano e lo analizzano, comunicandogli un qualcosa da custodire come prezioso segreto. E’ forse impossibile da credere, ma sembra che ogni opera abbia qualcosa di diverso da dire ad ognuno di noi.

E’ lo stesso artista ad averci raccontato infatti che proprio “attraverso un gioco di sguardi tra l’osservatore e le mie opere si crea un legame di senso inscindibile. La luce che scolpisce la forma degli occhi ci permette di scavare nell’anima e far vedere all’interno un proprio stato d’animo,  tanto da poter rivelare la personalità e la storia di una persona. Ecco io cerco di invitare a riflettere sui propri stati d’animo e sulla propria e altrui personalità.”

Dietro ogni lavoro di Maurizio c’è quindi questo invito sottointeso, nulla è tralasciato al caso, l’impatto con il suo lavoro è pazzesco. Bisogna essere preparati, ma dopo il primo attimo non vorremo e non potremo più separarcene.

 

Tutti in Scena

Manifiesto Blanco

Via Benedetto Marcello 46 – 20124 Milano

Da martedì a sabato ore 16-19

Inf0 info@manifiestoblanco.com | mobile: 3895693638 | www.manifiestoblanco.com

 

Reliquiae-whynotmag Ultimo bicchiere-whynotmag Il primo giorno di mare-whynotmag