Presentato fuori concorso alle Giornate degli Autori alla 78° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, il secondo lungometraggio del regista Francesco Lettieri (dopo Ultras 2020) noto anche per la sua collaborazione con il cantante napoletano Liberato per il quale ha diretto diversi videoclip.

Il regista presenta una storia di giovani, immersa in una realtà triste e sincera di uno spaccato attuale della società contemporanea dove le droghe diventano spesso veicolo di informazioni, “status simbol” e quasi filosofia di vita.

Il protagonista Nicolò è interpretato da Andrea Carpenzano, un giovane attore che sembra incarnare alla perfezione il protagonista di quello che diventa “Lonely boy”. Niccolò è il main character di un gruppo trap che ricorda molto alcuni protagonisti di questa sfera musicale oggi.

La sua dipendenza per le sostanze tossiche, lo porterà a non vivere la realtà nel modo consueto e a non reagire e interagire più normalmente con chi gli è più vicino.

Inizia un nuovo percorso che lo porterà a scoprire una nuova parte di se stesso. Il regista Lettieri sembra essere sempre coerente con il legame ad un certo tipo di argomenti e ne rende comprensibile la percettibile veridicità.

Il cinema può diventare un modo diretto e fruibile a tutti per parlare anche ai giovani che spesso prendono esempio dai coetanei. Molte volte i film trattano argomenti distanti dalla realtà o comunque tendono piuttosto a denunciare una posizione politica o un pensiero. Questo film invece sembra più dare voce ad un mondo che ad oggi è piuttosto sottovalutato e poco riconosciuto da molte persone. “Lonely boy” è quindi un’occasione per un’analisi meno superficiale di un contesto spesso giudicato solo dalle punte degli iceberg che ne emergono.

 

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