Come concentrare una vita in qualche pagina? Ma soprattutto, come riuscirci se si tratta dell’iconica Vivienne Westwood?

Questa è l’impresa titanica affrontata da Vivienne e Ian Kelly nel libro edito da Picador, uscito il 9 ottobre 2014. Una voce che ne racchiude tante, quattro mani che creano per la prima ed unica volta un’autobiografia di memorie personali. Vivienne Westwood parla di sé con una prospettiva inaspettata ed appassionata sincerità, come ci si aspetta da una leggenda vivente, stilista e marchio globale, attivista, co-fondatrice del punk e, non per ultimo, moglie, madre e nonna.

Si parte con brani riguardo la sua infanzia, quando ancora non era sbocciata, quando era solo una piccola parte della persona eccentrica che sarebbe diventata, quando l’ingenuità non era paura, ma voglia di scoprire e di trovare il proprio posto nel mondo. E così è stato: l’incontro con Malcolm McLaren e la loro storia d’amore l’hanno segnata profondamente. Il punk era la loro vita, si esprimeva nel carisma e nel talento di entrambi, fusi insieme a forgiare personalità eclettiche ed irripetibili. Al punto che Vivienne sostiene che ciò che fa oggi è ancora punk: combattere le ingiustizie e far riflettere, anche se con gesti sconsiderati. Proprio in questo modo mostra la propria visione della moda: distruggere la parola “conformity”, permeare tutto di elementi di ribellione. Dal primo negozio “Let it Rock”, dove gli anni Cinquanta si esprimevano attraverso le pareti tappezzate da pagine strappate da riviste porno con pin up di quel periodo, dai capelli biondissimi e a spazzola che tanto stupivano la gente. Il punk che non l’ha abbandonata neanche nelle vesti di madre, tanto che i suoi figli Ben e Joe ricordano con affetto come lei li abbia sempre coinvolti nel movimento, anche quando non c’erano soldi, Vivienne viveva in modo diverso e senza preoccupazioni. Questo suo modo di tuffarsi completamente in tutto ciò che faceva si è ritrovato anche nel matrimonio con Andreas Kronthaler, dove la grande ammirazione reciproca ha permesso di dare luce ad idee folli ed innovative, le stesse idee che la fanno sentire ricca, a dispetto delle cose materiali. Vivienne parla anche di se stessa in quanto persona, una donna dall’indole difficile, dalla vita fuori dal comune, con quell’aspirazione alla normalità verso cui protendere, mai raggiunta, che l’ha resa quella che è oggi.

 

 

Scritto da: Laura Rizzo